La crisi climatica è violenza contro i bambini

Una ricerca del Consiglio ecumenico parla chiaro

01 settembre 2023  |  Gaëlle Courtens

Marcia promossa da Fridays for Future a Glasgow, Regno Unito, 5 novembre 2021, durante la COP26 (foto: Marcelo Schneider/WCC)

Quasi la metà dei bambini e delle bambine del mondo vive in paesi ad altissimo rischio per quanto riguarda l'esposizione continua a shock climatici e ambientali: queste le cifre pubblicate nel 2021 dall’UNICEF.
La crisi climatica infliggerà danni aggravati alle generazioni future, devastando la loro salute e il loro benessere, i loro mezzi di sussistenza e le loro culture. I dati delle emergenze umanitarie, tra cui la pandemia di COVID-19, indicano che ad essere i più colpiti sono, appunto, i minori. 
Se molti, troppi, piccoli già ora vivono sulla propria pelle le conseguenze del riscaldamento globale, ci sono quelli che subiscono la slow violence, come si dice in gergo: una sorta di violenza o sopruso le cui ripercussioni calamitose sono attese nel futuro, posticipate di anni o decenni. Ecco perché la crisi climatica è una questione che riguarda tutti i fanciulli e i loro diritti, in particolare il loro diritto alla salute e ad un ambiente sano.

La conferma del Consiglio ecumenico

Alla vigilia del “Tempo del Creato” (periodo liturgico che va dal 1. settembre al 4 ottobre) il Consiglio ecumenico delle chiese ha deciso di mettere al centro dell’attenzione le generazioni future, e lo ha fatto pubblicando una ricerca effettuata in collaborazione con le riviste scientifiche The Lancet e Child Abuse and Neglect (qui il link verso lo studio in inglese).
“Questo studio sottolinea l'urgenza di riconoscere che risposte inadeguate all'emergenza climatica, oltre ad avere implicazioni di natura etica, riguardano anche aspetti relativi ai diritti e al benessere psicofisico dei bambini e delle bambine", ha dichiarato Frederique Seidel, consulente del CEC per i diritti dei fanciulli, aggiungendo: “come persone di fede, siamo chiamate ad affrontare le cause profonde dell'emergenza climatica”.

Crisi climatica? Violenza strutturale

Attingendo da diverse fonti, la ricerca descrive gli impatti della crisi climatica come una forma di violenza strutturale contro i bambini. Evidenzia l'urgenza di rivedere le definizioni, le agende degli addetti ai lavori, le azioni politiche e gli ordinamenti giuridici per affrontare adeguatamente le conseguenze fisiche e psicologiche del riscaldamento globale sui bambini.
"Il messaggio della ricerca è chiaro: oltre a una radicale diminuzione delle emissioni di gas serra nell'atmosfera, è urgente riconoscere che la crisi climatica è un fattore di violenza contro i bambini e le bambine già nate e contro le generazioni future", ha concluso Seidel.
La ricerca intitolata Climate change is a threat multiplier for violence against children (Il cambiamento climatico è una minaccia moltiplicatrice di violenza contro i bambini) arriva alle seguenti conclusioni: servono sforzi urgenti da parte di ricercatori, operatori e politici per indagare ulteriormente i legami empirici specifici tra la crisi climatica e la violenza contro i bambini e per progettare, testare, implementare, finanziare strategie di prevenzione e di sostegno a favore dei diritti dei bambini e delle bambine.

Parola d'ordine: disinvestire dai combustibili fossili

Recentemente il CEC, insieme ai suoi partner, ha approntato in inglese delle linee-guida indirizzate ai possessori di patrimoni finanziari intitolate: Save Children’s Lives: Climate-Responsible Banking Survival Guide. L’invito è quello di verificare con le proprie banche e fondi pensione il tipo di prodotto finanziario utilizzato per i propri investimenti, al fine di eliminare dai propri portfolio gli asset relativi ai combustibili fossili e contribuire così alla lotta contro riscaldamento globale.

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